Storie di volti, respiri e rumori: il territorio si racconta

Tre cortometraggi, un film e un brainstorming [1].

Màs. Il sacrificio della montagna, di Giorgio Affanni – Italia 2015 – 15’ 

La Natura, addormentata nella stasi invernale, deve essere risvegliata dagli uomini attraverso il sacrificio di un albero che viene abbattuto, scorticato, trasportato in cima ad un picco montano e, infine, arso. La Natura viene scossa dal dolore e dallo sgomento provati dall’albero in modo che si risvegli, l’inverno finisca, le piante possano dare i loro frutti e il ciclo vitale possa proseguire. 

Sinai. Un altro passo sulla terra, di Alberto Gemmi ed Enrico Masi – Italia/Croazia 2014 – 29’ 

A ovest Venezia, a est Costantinopoli. La storia di un uomo che vive alla periferia dell’impero, nell’arcipelago croato. Il villaggio di Velo Grablje, con i suoi ultimi cinque abitanti, scompare in un mare di nebbia, in una regione al termine di questa Europa globale. Una voce femminile, che si presenta come l’oracolo di Delfi; una donna nata in Marocco che ha deciso di vivere sull’isola di Hvar. Guerra, morte, eredità del socialismo reale, in un dialogo generazionale tra Ivana e suo zio, nato Sinai Zaninovic. 

 Il castagneto acustico, di Sandro Bozzolo – Italia 2014 – 15’ 

Un esperimento che nasce dalla necessità di sovvertire la dittatura dell’obbligo con l’esplosione di ogni forma di spontaneità. Più in là dei loghi istituzionali e della prevedibile ritualità che sta alla base di ogni forma di socializzazione contemporanea, il Castagneto Acustico insegue l’armonia di un ritrovo fra amici, di un’antica festa di un immaginario paese. 

Entroterra, memorie e desideri delle montagne minori,  di Andrea Chiloiro, Riccardo Franchini, Giovanni Labriola, Matteo Ragno – Italia 2018 – 61′

Sono centinaia i paesi, le borgate e le frazioni abbandonate e sparse lungo tutta la dorsale appenninica. Il film, tratto da un’esperienza di viaggio e di ricerca, prova a ricostruire i recenti processi di spopolamento. Dall’Emilia alla Calabria, dalla Campania all’Abruzzo, storie, luoghi e personaggi si intrecciano in un’unica voce appenninica, in cui eventi e tendenze affini uniscono territori anche molto distanti fra loro, immaginando nuove prospettive e possibili radicamenti in alta quota.

 

Maria Rosaria Cella

 

[1] Le sinossi sono tratte dal sito www.cinemaitaliano.info

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